I'm blue- in collaborazione con Pablo Picasso , "La Vita"
- ilbugiardinodellarte
- 14 gen 2021
- Tempo di lettura: 3 min

Il tema scelto per questa settimana è diverso dal solito; tema dalle mille sfumature ma diversamente dagli altri , questo sembra essere quasi tangibile. Il protagonista di questa settimana sarà il “blu”. È uno dei colori più apprezzati dalla maggior parte della popolazione occidentale e probabilmente lo è perché richiama sensazioni piacevoli quali l'infinito, i mondi inesplorati. È il colore dei due elementi primordiali ossia il cielo e l'oceano. Alcuni studiosi però affermano che in antichità gli uomini non riconoscessero chiaramente il colore blu infatti Omero, nell'Odissea, parla del colore del mare come di un colore “nero come il vino”. Non riconoscere qualcosa significa non avere necessità di definirla, quindi oltre che non riconoscerlo, questo colore non aveva nemmeno un nome. Questa è un'ipotesi, ma l'archeologia ha confermato che gli antichi Egizi produssero e utilizzarono ampiamente il colore di cui sopra nelle arti decorative. Fu creato intorno al 2.200 a. c attraverso l’Unione della falce macinata mischiata con sabbia e un minerale come l’azzurrite, questa mistura veniva poi combinata con addensanti come il bianco dell'uovo e utilizzavano questo pigmento per decorare ceramiche,statue, tombe dei faraoni. Come abbiamo detto è associato al cielo, al mare quindi non richiamando ad aspetti terreni lo rende il colore della spiritualità. Ne esistono molte sfumature , come ad esempio il blu oltremare scoperto anch'esso dagli Egizi che iniziarono ad importare il lapislazzuli dalle montagne dell' Afghanistan. I primi esperimenti non andarono a buon fine in quanto i risultati tendevano sempre ad un grigio spento infatti si dovrà attendere il VI secolo perché questo diventasse un pigmento utilizzabile in pittura. Altro esempio di “blu” molto utilizzato nell'arte è il “blu persiano” che è il colore usato proprio da Pablo Picasso durante il suo “periodo blu” di cui parleremo in questo articolo. Questo fu scoperto dal produttore di tinture Johann Jacob Diesbach che stava sperimentando le risposte chimiche di vari pigmenti con l'intenzione di creare un nuovo tipo di rosso quindi mescolò la potassa con il sangue animale. Il sangue creò una reazione chimica inaspettata che rese il blu ancora più vibrante. Così giungiamo all'opera e all'artista protagonisti : “LA vita” di Pablo Picasso. Egli nasce in Spagna ma nel 1895 si trasferisce a Barcellona insieme alla sua famiglia dove il padre insegnò alla scuola di Belle Arti. Barcellona era una città viva e ricca di artisti di ogni tipo: da pittori a poeti e le idee progressiste di cui era imbevuto lo spinsero a trasferirsi a Parigi. Durante il primo viaggio a Parigi dipinse tipiche scene parigine come vicoli, boulevards usando colori brillanti con pennellate decise. Verso il 1901 cambiò qualcosa in Picasso che iniziò ad immettere i soggetti dei suoi quadri in una particolare tonalità di blu scelta per la sua accezione malinconica. Il blu di Picasso indica non solo la malinconia ma anche un’infinità irrealtà che racchiudono perfettamente la “tristesse” dell'età simbolista. I soggetti sono spesso mendicanti e bambini affamati, quindi osservare le opere del periodo blu di Picasso significa aprire una finestra sulla miseria umana di Parigi. In “la vita” Picasso si collega al primitivismo di Gangain e rappresenta l'esistenza umana nei suoi tre aspetti tipici: l'amore giovane, la delusione e la maternità. Pessimismo e sofferenza sono i sentimenti che Picasso fissa per sempre sulla tela , sofferenza per la morte dell'amata sorella. Il tono di blu scelto da Picasso conferisce all'opera una sensazione di freddo, di precarietà, gli uomini hanno negli occhi la paura di un supplizio che si evince anche dai corpi dei personaggi anoressici che identificano gli uomini come rappresentanti di una fragile molecola destinata a scontrarsi irreparabilmente con la morte. Degrado, corruzione della carne ma allo stesso tempo la presunzione della razionalità che fa sentire l'uomo come superiore. l'ambientazione è altrettanto scialba , spoglia. Tutto nell'opera è malinconia , incapacità di immaginare altro diverso da quello che i personaggi hanno: miseria. Pablo Picasso, La Vita, 1903 , Museum of art di Cleveland .
Cecilia Borrelli
Rosamaria Annunziata
Comments