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Sguardo all'oriente

  • ilbugiardinodellarte
  • 14 gen 2021
  • Tempo di lettura: 6 min

Lettori, ben ritrovati con un nuovo articolo che vuole approfondire con voi il tema della settimana: “l’Oriente”, con l’intenzione di fare un viaggio alla scoperta di questo mondo da sempre molto esplorato e poco compreso. Speriamo così di accrescere in voi la curiosità per culture differenti e che attraverso il senso dell’altro possiate guardare a queste diversità non con distacco ma con voglia di coinvolgimento, così da potervi definire “cittadini del mondo”.

Questo articolo nasce anche dalla volontà di mostrare come “oriente” ed “occidente” siano delle differenziazioni attuate per consuetudine e che in realtà sotto le molteplici disuguaglianze, siamo tutt* uguali. Edward Wedie Sa’id, scrittore e docente statunitense di origini palestinesi, riflette sul concetto stesso di Oriente e nel suo manoscritto “Orientalismo” esprime l’idea secondo cui è stata la cultura europea a produrre la nozione di Oriente e che in effetti sia un’invenzione occidentale: l’atteggiamento europeo verso l’oriente è stato ampiamente influenzato dal fatto che questo fu sede delle sue più antiche ed estese colonie, principale concorrente culturale e il più radicato simbolo del diverso. L’orientalismo non è che un atteggiamento assunto dall’Occidente nei confronti di ciò che è diverso; è un atteggiamento caratterizzato sicuramente dall’interesse, dalla curiosità, dall’ammirazione, che hanno portato a numerosi studi, ricerche, letture, sperimentalismi, arti, ma non dimentichiamo che questo forte desiderio occidentale e soprattutto europeo, di definire il diverso, spesso implica anche voler sancire il proprio dominio su di esso. Numerose sono state le discipline nate per studiare i costumi, la letteratura, la storia dei popoli orientali, numerose le istituzioni create dall’Occidente al fine di gestire le proprie relazioni con l’Oriente, gestione basata oltre che sui rapporti di forza economici, politici e militari, anche su fattori culturali. Nei secoli la definizione dell’Oriente ha permesso all’Occidente di definirsi, definirsi attraverso la descrizione di ciò che non è. In questo senso vogliamo dare un piccolo spunto di riflessione che prende origine dalla definizione di Said secondo cui la rappresentazione culturale, che sia di un popolo, di una nazione, di un paese, di un individuo, ecc., è anch’essa una forma di potere: per domare dobbiamo conoscere.

Questo è certamente un aspetto che deve farci riflettere e deve spingere la nostra conoscenza anche al di là di ciò che abbiamo imparato dalla storia che accademicamente ci viene raccontata, in modo da avere coscienza anche del nostro modo di pensare e di interpretare alcune nozioni.

Riflettendo su questo aspetto vogliamo però continuare il nostro viaggio nell’Oriente, facendoci trasportare dal fascino e dal sogno che la cultura orientale esercita su di noi e che indubbiamente conserva nelle sue mille sfaccettature. Senza definire ma lasciandoci incuriosire, spinti dalla voglia di conoscere, scopriamo alcuni aspetti di questa cultura tanto vasta.

Da occidentali sarebbe interessante notare cosa immaginiamo chiudendo gli occhi e pensando a questo mondo che spesso viene associato al magico, all’inconscio, alla spiritualità, essendo abituati ad alcune delle dottrine che sono giunte fino a noi e hanno avuto tanto successo da radicarsi anche nella cultura occidentale, quali il “buddhismo”, il “confucianesimo” o anche quelle più recenti come il “minimalismo”, o la pratica dello yoga che ci danno un’immagine prevalentemente spiritualista di questo mondo.

È curioso notare anche come il cuore, i principi su cui si fondano queste dottrine che tanto hanno preso piede nella nostra cultura, siano diametralmente opposti alla realtà consumista e competitiva che viviamo quotidianamente. Dunque, vi chiediamo qual è il valore e il significato che diamo a queste pratiche di origine orientale?

Ricordiamo che molto spesso si pensa all’oriente come un posto chiuso e retrogrado, come un luogo influenzato eccessivamente dalla religione, si pensa al terrorismo, al patriarcato, ma consideriamo anche che tanti sono stati i punti di apertura verso alcuni tabù presenti invece in occidente. È proprio da lì che giungono vari elementi sensazionali che riguardano la tecnologia così come le pratiche sessuali. In Occidente il sesso è stato vissuto come un peccato, al contrario in Oriente si studiava il piacere in tutte le sue forme: tra i libri più conosciuti che riguardano proprio la sfera sessuale c’è il famosissimo “Kamasutra”; è in Oriente che si parla di piacere femminile, qui le donne ne avevano il diritto, mentre quando questo splendido libro giunse in Occidente fu censurato in vari paesi tra cui ad esempio la puritana Londra, dove fu pubblicato solo nel 1881.

L’oriente fin dagli antipodi è stato visto come la terra degli harem e della poligamia e tutte queste differenze sono state chiaramente la base della nostra letteratura e per molti secoli ci hanno spaventati. Ma mentre ci spaventavano esercitavano su di noi una forza attrattiva tale che, ad esempio, i musei delle nostre città si sono riempiti di quelle testimonianze artiche di posti lontani che solo i più fortunati avevano occasione di visitare.

Questo rapporto millenario tra Oriente ed Occidente ha avuto nell’Ottocento un riflesso importante anche nell’arte. Si sviluppò un vasto mercato delle opere d’arte con un intenso scambio di denaro e in ambito prettamente artistico nacque la corrente dell’Orientalismo, che vedeva la realizzazione di opere che sia esteticamente che tematicamente richiamavano l’arte del Medio Oriente, dell’Asia meridionale e di quella orientale. Nacque un vero e proprio mito e molti furono i curiosi che si spinsero verso queste terre lontane. L’imitazione era inevitabilmente basata sullo studio e sulla conoscenza di quello che era l’Oriente, e ritornando alla riflessione di Said, studiare e conoscere il nuovo in tutte le sue forme era un modo anche per esorcizzarlo, perché si sa, quando qualcosa è apparentemente molto diversa da noi spaventa, e sappiamo anche che la conoscenza è un’arma contro la paura. Allora i mercanti portavano con sé opere d’arte raffinate, usi e costumi, credenze religiose e tradizioni di cui oggi siamo intrisi.

Affiancata alla corrente dell’orientalismo esiste anche l’occidentalismo, messo in pratica dai popoli orientali che hanno preso spunto dalla nostra cultura facendola diventare per alcuni aspetti anche la loro. In virtù di quanto detto sembra chiaro che qualsiasi concetto di superiorità di alcuni popoli rispetto ad altri non dovrebbe avere territorio feritile.

Quando pensiamo ai nostri vicini Orientali non possiamo fare a meno di iniziare un discorso religioso prendendo ad esempio il mondo islamico. La religione è sempre stata una risposta degli uomini alle loro paure e credenze e per questo motivo dice tanto degli esseri umani.

Quando si parla di Islamismo, ci si riferisce ad un insieme di ideologie che fanno capo all’islam identificata come una “religione politica”. È nella stessa parola “islam” che troviamo sintetizzato il pensiero più profondo sul quale si basa la loro cultura: il termine deriva dalla parola “muslim” ossia “colui che è sottomesso” al solo Dio in cui credono, ossia Allah, quindi la popolazione tutta si identifica come sottomessa alla volontà del suo dio.

Il credo viene seguito con assiduità e con rigore e lo si evince anche in tutte le opere d’arte Islamica ed infatti per capirla e goderne a pieno dobbiamo renderci conto che è un’arte religiosa che trova piena manifestazione proprio nei luoghi di culto, pensiamo alle moschee.

Possiamo definire l’arte islamica quell’arte che aderisce ai canoni della bellezza musulmana tenendo in considerazione che copre un vasto raggio spazio-temporale e dunque è caratterizzata da stili che si sono sovrapposti nel tempo.

La cultura islamica, e di conseguenza anche l’arte, hanno secolo per secolo posto molta attenzione all’autenticità della loro essenza, motivo per cui con determinazione sono state respinte tutte le caratteristiche ad essa estranee. Un esempio lo ritroviamo all’interno delle moschee dove è impossibile trovare raffigurazioni di Allah, perché vige l’iconoclastia, ma al contempo si è sviluppata una cultura dell’immagine che possa rendere chiaro, attraverso rappresentazioni differenti, le espressioni della loro cultura religiosa.

Dal IX secolo in poi furono aggiunte delle limitazioni in più per quanto riguarda la raffigurazione della natura, provocando un drastico cambiamento estetico che vide l’abbandono quasi totale di alcune tecniche artistiche ritenute in Occidente fondamentali, come ad esempio il chiaroscuro. Nonostante questa variazione ci si impegnò per continuare a rappresentare elementi del mondo reale, scegliendo di trattare i soggetti come innaturali e appartenenti ad un mondo soprannaturale. La cosa importante era non “infondere vita” ai soggetti in quanto questo compito spettava solo ed esclusivamente al dio, contro cui gli artisti non potevano in nessun modo competere.

Abbandonando le tecniche della prospettiva brunelleschiana, del chiaroscuro, del punto di fuga ecc., quella islamica diventa l’arte intuitiva per eccellenza con il compito di mostrare la bellezza e di testimoniare la sua presenza in Dio e in ciò che crea. Il Dio rimane invece impossibile da rappresentare per via della sua immensità ed ecco perché si ricorre alle figure astratte, ai colori e alla geometria. Questa è una delle peculiarità che saltano all’occhio quando si guardano le decorazioni di un’architettura islamica, in linea con la frase “ilaha illà allah” ossia “non avrai altro dio al di fuori di me” o anche traducibile con “non esistono parti al di fuori del tutto”.

Un esempio mirabile lo ritroviamo nella bellissima Moschea di Nasir Al-Mulk, Shiraz Iran, dove è impossibile ritrovare rappresentazioni del Dio perché espressamente vietato dal Corano, ma dove è ampiamente osservabile la fusione tra vita e religione senza compromessi. Qui l’espressione artistica non richiama valori altri se non quelli spirituali.


Moschea di Nasir Al-mulk, Shiraz Iran.

Cecilia Borrelli

Rosamaria Annunziata

 
 
 

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